giovedì 10 gennaio 2013

rubare libri... sarà mica un reato?


In libreria, quando ci si parla, si utilizza un gergo quasi militare, anche perché non esiste quasi mai un clima del tutto non-violento e pacifico. "Presidiare" è il termine con cui si è soliti indicare dove ci si deve mettere: "Presidia quel settore", "presidia la cassa", "presidia i clienti"... Questo manifesta in realtà la grande e profonda angoscia che attanaglia i grandi librai: il furto. E' una questione anche e sottilmente psicologica, perché non si potrà mai avere il controllo totale e visivo di tutta la merce, piccola e incanalata negli scaffali, facilmente estraibile e nascondibile con rapidità. Lo sguardo sorridente e attento del bravo e gentile libraio verso il cliente non è un agire professionale, ma è un attenzionarsi immediato sul rischio continuo che chiunque entri sia in realtà un ladro e di quelli proprio bravi, che ha già individuato quell'edizione fotografica e costosa da tempo e che è tornato proprio per compiere il turpe gesto. Quando questi sospetti cominciano a prendere corpo, il libraio si prodiga in atteggiamenti e in movimenti da vero teatrante che celano però il vero intento di controllo ossessivo. Il cliente sospetto viene visualizzato con la coda dell'occhio mentre si fa finta di sistemare lo scaffale o, se proprio i dubbi diventano quasi certezze, lo si avvicina con domande smaccatamente interessate. Certo, la tecnologia offre soluzioni come gli anti-taccheggio, piccole listelle metalizzate da inserire tra le pagine, ma nella confusione e nella fretta mica sempre si riesce a mettere al sicuro le centinaia e centinaia di volumi che arrivano ogni giorno. Quindi, in qualche modo, il furto in libreria è qualcosa a cui non si riesce a porre rimedio e di conseguenza rubare nelle librerie è davvero molto facile.
Ricordo un intervento accalorato di Romano Montroni, storico direttore delle Feltrinelli, mentre raccontava come un vero e proprio dramma-trauma-storico-economico l'esproprio proletario che subì a Bologna, nella libreria di piazza Ravegnana sotto le due torri, durante i mesi del movimento del '77. Credo che, nonostante cinquant'anni di onorata carriera, quel fatto non sia mai riuscito a superarlo.
Eppure, esiste un libraio che non la pensa così, anzi. E' il protagonista del Parnaso Ambulante, di Morley http://www.sellerio.it/it/catalogo/Parnaso-Ambulante/Morley/386 classico della letteratura filo-libraria, che a un certo punto si accorge, di sottecchi, che un tizio gli sta rubando un libro sotto il naso. Lui è seduto che legge, alza appena gli occhi dalle pagine, lo vede, e non fa nulla. Perché in fondo sta rubando un libro, certo prezioso, ma lui sa di sicuro che appena uscito dal negozio, quello stesso libro, sarà letto. Ed è questa la cosa che veramente conta.





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