venerdì 21 dicembre 2012

mi hanno fatto credere...

Iniziai a correggere bozze un anno fa, dopo un intenso corso editoriale. Pensavo, e a ragion veduta, che il leggere, ma soprattutto la dimensione del silenzio e della concentrazione, mi potessero giovare dopo anni di caotiche librerie, dove le parole mute e appiccicate alle pagine reclamavano giusta attenzione e cura, scalzate dal rumore di altre voci chiassose e pretendenti attenzioni spesso disilluse. I margini per quel lavoro stavano finendo e volli impararne un altro. Imparare una tecnica, un metodo, un rigore nuovi di cui avevo bisogno. Il correttore di bozze è un personaggio altamente letterario: in questo bel romanzo http://www.marcosymarcos.com/Il_correttore/Il_correttore.html il protagonista sta per vivere la tragedia terroristica della strage di Atocha a Madrid mentre corregge i demoni di Dostoevskij e poi qui http://www.einaudi.it/libri/libro/sophie-bassignac/gli-acquari-luminosi/978880619710 lei è una correttrice che dalla sua stanza sbircia le finestre accese degli appartamenti vicini...
Tempo fa si aggiunse anche un blog di professionisti che raccontavano le proprie esistenze, ne lessi alcune rimanendo stupefatta: una donna aveva finalmente scelto di andare a vivere col marito in campagna, nel verde dei boschi, coi cani. Al mattino, ancora in vestaglia, aspettava il postino che le recapitava il manoscritto spedito dall'editore e lei iniziava il suo lavoro in terrazza.
Questa cosa mi si stampò nella mente e continuai per giorni a immaginare la donna con la casa nel bosco. Non ci volle molto a intuire che le cose, proprio così non erano...


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